Un grosso distretto industriale dismesso rinato grazie a nuovi insediamenti. La fabbrica belga “Schlumberger Industries”(25.000 mq) che produceva strumenti di precisione, dal 1996 si trasforma in un centro di creatività: design, moda, pubblicità, arte e architettura. I committenti sono quattro amici che acquistano una porzione sul fronte strada, al primo piano. Ora i quattro amici ne voglio fare una casa che sia anche spazio di lavoro, pubblico ma privato, quindi di forte rappresentanza ma salvaguardia dell’intimità privata. Lo spazio viene diviso in quattro parti delle stesse dimensioni con un altezza di 7,5 metri a disposizione di ciascuno. La sezione è semplicissima, sembra essere stata disegnata da un bambino, meno semplice è immaginare questi spazi per un designer, un fotografo e due registi. Spazio uguale, esigenze e culture diverse. Nasce da queste premesse il lavoro dei 4 lofts, da portare avanti contemporaneamente, con incontri e confronti, incontri e scontri, imitazioni e competizioni, critiche e approvazioni.
Alle discussioni e agli scambi di idee sono presenti anche amici, lighting designer, artisti, architetti, direttori di fotografia e costumisti. Il risultato di tanti confronti e disquisizioni ha portato a quattro spazi diversi, con contrapposizioni nette e imitazioni inequivocabili. Ognuno di loro aveva un’idea ben precisa di come doveva essere il proprio spazio di casa-lavoro ma non avrebbe saputo tradurlo nel linguaggio architettonico. Materiali diversi per immaginazioni diverse, spazi diversi per vite diverse, colori diversi per sogni diversi, vasche contro un’unica doccia, identità contro uniformità. Il progetto, nel suo insieme, si è trasformato in una variante delle possibilità, un catalogo dell’immaginabile, una composizione delle variabili. Chi li visita non ricorda il singolo loft ma l’insieme dei quattro come fosse un unico elemento cangiante.