Un intervento di rigenerazione urbana nel cuore della vecchia Milano ha trasformato una storica centrale telefonica in un albergo innovativo aperto alla città, un nuovo format di ospitalità ibrida sui navigli. Sino a poco tempo fa dentro ogni casa c’era un telefono, questo telefono era collegato a un filo, questo filo era collegato alla centrale telefonica di quartiere, un grande edificio disabitato pieno di commutatori che mettevano in collegamento il filo di una casa con altri fili. Sembra storia lontana in questi tempi veloci eppure sono passati pochi anni. L’edificio, situato in via Ascanio sforza, è stato costruito negli anni ’60 dalla SIP, società italiana di servizio telefonico, per contenere i commutatori telefonici del quartiere dei navigli di Milano, una delle aree più caratteristiche della città e al contempo una delle più vivaci e vissute, soprattutto dai giovani, nel tempo libero. Col passaggio al digitale le dimensioni delle centrali telefoniche si sono ridotte notevolmente liberando cosi ampi spazi per la rigenerazione urbana, grandi contenitori sparsi della città da trasformare in nuove attività aperte alla collettività.
L’edificio è di dimensioni insolite rispetto al contesto delle residenze tradizionali a ballatoio del naviglio che arrivano ad un massimo di di 3/4 piani ma è allineato, in altezza, agli edifici che si affacciano sulla Darsena. Questi ultimi sono stati ricostruiti nel dopoguerra con indici generosi che hanno permesso di arrivare sino a 7/8 piani di altezza. Questa sua posizione a cerniera tra due scale urbane differenti, impone una riflessione sulla dimensione e l’inserimento del progetto. Il contesto storico dei Navigli, la sobrietà ed eleganza dell’architettura milanese degli anni ’50 e la necessità di dare un carattere proprio ad un edificio fuori scala rispetto al contesto urbano circostante sono state le linee guida del progetto. Un’identità forte ma senza enfasi, costruita con i materiali della tradizione seguendo geometrie precise, il mattone faccia a vista e la pietra ceppo di gre, il ritmo delle finestre e la loro sezione allungata, i chiari scuri delle lesene, la trasparenza del piano terra e l’apertura alla città. La struttura si sviluppa su 9 piani fuori terra più uno interrato su una superficie complessiva di circa 7.000 metri quadri, dispone di 104 camere, due ristoranti, due bar, un coworking e quattro terrazze, oltre 500 metri quadrati di spazi comuni interni e più di 1000 metri quadrati di spazi esterni. Tuttavia, ciò che rende questa struttura unica è il suo scopo di essere un luogo di storie, contenuti e autentiche ispirazioni.
’21 House of Stories’ rappresenta un’innovativa proposta di ospitalità ibrida perfettamente in grado di integrarsi nel tessuto urbano di Milano, non si tratta solo di un hotel, ma di un luogo in cui storie, arte e cultura si incontrano. Le numerose terrazze, ognuna con una sua natura unica, poi la piscina e uno skybar, rendono questa location una nuova attrazione iconica milanese. ’21 House of Stories’ è la piattaforma ideale per raccontare valori, idee, progetti, percorsi che insieme possono fotografare l’Italia Contemporanea, quella più giovane, vivace, intraprendente, luogo di ospitalità capace di incrociare e dare spazio a nuovi mondi e nuove tendenze, all’insegna della creatività e dell’innovazione.